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La Strada delle 52 Gallerie, trekking per toccare il cielo e vivere una giornata che non si dimentica

Se volete toccare il cielo non c’è posto più bello che recarsi nella valle del Pasubio in provincia di Vicenza.

La Strada delle 52 Gallerie, un percorso storico che vi catapulterà in un’altra epoca, quella della Prima Guerra Mondiale. La prima cosa che ho apprezzato salendo è stata la temperatura dell’aria, in una giornata calda di luglio andare in montagna e trovare 15 gradi è stata davvero una sensazione piacevole. Partita da Padova in compagnia, siamo arrivati all’ingresso del percorso di mattina presto, così da poter camminare senza il sole cocente, per fortuna era nuvoloso e siamo stati da Dio. All’ingresso principale c’è il parcheggio Bocchetta, ( sul navigatore impostate “Parcheggio della Strada delle 52 Gallerie, Località Bocchetta Campiglia” ) dove si potrà comodamente parcheggiare la macchina, pagando un parchimetro giornaliero di 6 euro. Vi consiglio di portarvi le monete, perché non sempre funziona la carta di credito.

Un percorso impegnativo da non sottovalutare

Appena si entra inizia subito il percorso in salita, il dislivello è di 800 metri. Si capisce da subito che non è un percorso semplicissimo, ma impegnativo. La prima galleria si riconosce subito perché ha un ingresso monumentale, mentre poi quelle che seguono sono più semplici, di solito hanno un nome e sono numerate, inizialmente piccole e luminose, fino ad arrivare a delle vere e proprie grotte buie e molto impegnative. La maggior parte delle gallerie che in totale sono 52 sono abbastanza piccole, ma ce ne sono alcune come la 19 che è molto lunga, addirittura la più lunga misura 350 metri. All’interno delle gallerie vi consiglio di portarvi una torcia, perché il percorso è tortuoso, la roccia sul fondo è scivolosa e spesso difficile da percorrere se non illuminata.

Non ho trovato molte difficoltà nel percorrerlo e parlo da principiante, diciamo allenata il giusto. E’ un percorso che sicuramente possono fare tutti, ma è bene essere coscienti perché sicuramente lungo e accidentato, bisogna fare molta attenzione a dove si mettono i piedi e non bisogna uscire dal percorso indicato. In alcuni punti è molto pericoloso, perché molto alto e senza protezioni, anche se ci sono le dovute ferrate nelle zone più esposte. Non consiglio questo posto a chi soffre di vertigini. Il percorso non è adatto ai bambini piccoli, ma anche i più grandi devono essere ben allenati.

Per quanto riguarda il panorama è spettacolare, l’altitudine arriva fino a 1930 s.l.m sopra al passo Xomo dove si trova il Rifugio Papa, che troverete all’uscita della 52 esima galleria. Qui potrete fermarvi per uno snack e per rilassarvi.

Per tornare al parcheggio Bocchetta potete utilizzare al ritorno il percorso degli Scarubbi, lungo circa 7 km e molto piacevole da percorrere. La strada si sviluppa in una principale via che è molto larga ed è quindi un percorso adatto anche a chi ama la bicicletta e ai tanti podisti coraggiosi. Percorrendo la strada si può tagliare la montagna attraverso altri percorsi segnalati CAI.

Io l’ho fatta percorrendo i sentieri CAI perché mi annoiavo di fare la strada più facile. Questi percorsi sono un po’ più difficili in discesa, perché sono tortuosi e si cammina in un sentiero stretto nel bosco, poco disegnato con un battuto di rocce, e con una pendenza che rende difficile la discesa. Bisogna fare molta attenzione, ma ne vale la pena.

La lunghezza totale del percorso è circa 14 Km. Ci vogliono 2,5/3 h, per arrivare al rifugio Papa e 2 h abbondanti per la discesa. Il sentiero è contrassegnato dal segnavia 366 del CAI e si consiglia di percorrerlo solo in estate. Nel percorso delle gallerie è vietato l’uso delle biciclette proprio perché ci sono stati diversi incidenti mortali.

Cosa mi porto?

Devo affrontare un percorso in montagna molto impegnativo e la domanda lecita è cosa mi porto? Allora io ho portato 3 litri di acqua, un cambio perché si suda molto e una giacca perché può far freddo anche se in piena estate. E vi assicuro che ho fatto bene, in alcuni punti era nuvoloso e se non avessi avuto la giacca mi sarei ammalata. Poi ho portato un pranzo a sacco e una torcia elettrica per illuminare il percorso. Le scarpe da trekking sono obbligatorie. Diciamo che queste sono le cose necessarie, poi ognuno ci mette il suo. Non essendoci posti per comprare acqua, a parte il rifugio, quella non vi deve mancare.

A cosa servivano queste gallerie?

Altra domanda lecita, ma perché ci andiamo? Come mai sono state costruite?

Beh diciamo che le gallerie sono un’opera di ingegneria eccellente della Prima Guerra Mondiale costruite dai minatori dell’esercito della 33 esima compagnia di minatori del 5° reggimento nel 1917. In realtà la strada era una mulattiera e veniva usata come alternativa alle strade di città per approvvigionare le merci in tutta la zona. Era un passaggio alternativo ben nascosto e al riparo dal nemico. La grandezza dell’opera si percepisce pensando che sono state realizzate in meno di un anno.

Beh ora vi lascio un pò di foto che ho scattato. Ultimo consiglio che mi sento di darvi… godetevi il paesaggio è spettacolare

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